giovedì 19 giugno 2014

Recensione: Prodigy di Marie Lu


Prodigy (Legend #2)
Marie Lu
Piemme Freeway
€ 16,50
298 pg

Los Angeles, Stati Uniti. Il Nord America è spaccato in due parti, la Repubblica e le Colonie, e la guerra sembra destinata a non finire mai. June e Day arrivano a Vegas dopo essere miracolosamente sfuggiti all'ingiustizia della Repubblica quando l'inconcepibile accade: l'Elector Primo muore e il figlio Anden prende il suo posto. Mentre la Repubblica sprofonda nel caos, i due ribelli innamorati si uniscono ai Patrioti nel disperato tentativo di salvare il fratello di Day, Eden. E i Patrioti accettano, ma a una condizione: June e Day dovranno prima uccidere il nuovo Elector. È l'occasione per cambiare il mondo, per dare un senso alla morte di tante persone amate e di tanti innocenti... peccato che il nuovo Elector, l'affascinante e sensibile Anden, sembri completamente diverso dal suo crudele genitore. E se i Patrioti si stessero sbagliando?


June e Day sono in fuga dopo la mancata esecuzione del ragazzo che però ha visto morire al suo posto il fratello, la loro unica salvezza è unirsi ai Patrioti offrendo in cambio i loro servigi. Per June si tratterà di voltare le spalle a tutto quello che ha sempre creduto giusto, anche al nuovo Elector che ha incontrato una sola vola, ma il cui sguardo non ha potuto dimenticare. Per Day la speranza di riabbracciare il fratellino e fuggire in un prossimo futuro nelle Colonie insieme alle persone che ama: Eden, Tess e June. Una volta accolti nei ranghi dei Patrioti, guidati da Razor, un generale della Repubblica che fa il doppio gioco, saranno costretti a separarsi e percorrere strade diverse ma anche per due prodigi come loro è molto difficile capire di chi fidarsi e la ribellione non potrebbe risultare essere l’alternativa migliore.
Secondo volume della serie distopica creata da Marie Lu, questo libro continua egregiamente il lavoro già svolto dal primo ma purtroppo si rivela anche quello che esattamente ci si aspetta da un secondo volume, perché è un libro di transizione.
Il suo più grande pregio è senza ombra di dubbio quello di fare una maggiore chiarezza sulla situazione politica e geofisica della Repubblica e non solo, anche delle Colonie e del Mondo intero. Un mondo devastato dall’inondazioni dovute al disgelo dei ghiacciai e per questo motivo ha assunto nuove connotazioni completamente sconosciute, però, agli abitanti della Repubblica. Uomini e donne costrette a sottostare ad un regime militare volto al principio a ristabilire l’ordine in un’epoca di disordine e confusione, ma che a lungo andare si è trasformata in una dittatura dedita al miglioramento della popolazione con l’eliminazione selettiva di tutti coloro incapaci di raggiungere determinati standard o che mostrassero i segni della ribellione. Ma il nuovo Elector Anden ha una concezione della vita e dello stato totalmente diversa dai suoi predecessori e per far si che un nuovo corso si instauri all’interno della Repubblica ha bisogno che il Prodigio e la Leggenda si schierino al suo fianco, così come lo vogliono anche i Patrioti che sembrano agire in collaborazione con le Colonie per fomentare la ribellione che già serpeggia tra il popolo. Nello svolgersi della storia si riesce anche a dare uno sguardo a queste fantomatiche Colonie che in realtà sono molto diverse da quel paese idilliaco e ricco di opportunità che il giovane Day sogna sulla scia delle parole del padre.
June e Day in questo secondo volume scoprono  nuove verità anche su loro stessi e specialmente sul loro rapporto, così nuovo e così fragile. Un sentimento tanto intenso che sembra quasi forzato se associato alla giovane età dei protagonisti. Infatti una delle pecche dell’intera storia è legata al fatto che i protagonisti hanno solo quindici anni ma di certo i loro comportamenti, le loro emozioni e soprattutto i loro sentimenti sono associabili ad un’età più matura. Vi dirò per la maggior parte del tempo ho dimenticato la loro giovane età ed ho storto il naso quando durante la lettura vi trovavo dei rifermenti, quindi ho preferito ignorarla e concentrarmi su loro, June e Day. Come nel precedente volume non ho potuto fare a meno di identificarmi nella riflessiva e razionale June, anche se in questo caso viene maggiormente fuori la sua mente analitica, il suo assoluto controllo, lasciando meno spazio ai sentimenti che esplodono e si manifestano solo quando Day è al suo fianco.
Al contrario Day è passionale, irruento, spontaneo, si butta a capofitto senza ragionare senza soffermarsi, in questa relazione come nella vita, anche se i nodi non esitano a venire al pettine. June rappresenta tutto quello che dovrebbe odiare eppure non può fare a meno di amarla, di stringerla a sè e non lasciarla andare. June è la notte e Day il giorno, luna e sole, inconciliabili ma inseparabili. E’ solo per questi due protagonisti così particolari che il libro raggiunge le 4 stelle della mia votazione perché, diciamo la verità la storia è un po’ debole, nel senso che semplicemente si assiste alla messa in posizione dei vari personaggi e delle opportune situazioni per il capitolo finale, quindi come dicevo all’inizio questo è sostanzialmente un libro di transizione necessario a condurre il lettore verso la fine della storia del prodigio e la leggenda.



Voto: verso il capitolo finale

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